Il talento come realizzazione della bellezza
8 November 2019 - Suitex
Molti trovano il talento una facoltà innata, una disposizione attecchita nel nostro essere alla quale eravamo destinati originariamente, e che nel momento opportuno la vita si riserverà di rendere noto a chi lo detiene.
L’etimologia della parola talento ha una derivazione greca. Originariamente questa parola designava l’accezione della “bilancia” e per estensione del “peso”; da qui il termine è stato assunto per indicare la moneta che circolava tra commercianti e acquirenti per regolare lo scambio tra di essi, secondo l’uso che ne facciamo oggi. Quindi il “peso” della moneta decretava il suo “valore”.
È bene riconoscere che tutti hanno un talento. Se un talento è la capacità di compiere gesti, allora tutti hanno un talento, poiché tutti sono in grado di compiere gesti. Tuttavia, ciò che distingue i gesti di ognuno è appunto il peso, il pregio, il valore. Perché? Perché le azioni determinano un effetto che eredita il valore delle azioni stesse.
Sebbene tutti gli uomini siano in grado di compiere le stesse azioni, ciò in cui si distinguono è proprio la qualità delle azioni che svolgono.
Il talento non è l’applicazione di una regola, o di una particolare tecnica, dal momento che esse sono solo degli espedienti di cui ci si serve per agevolarne la realizzazione.
Per generare qualcosa che abbia valore occorre inseguire la bellezza, rincorrerla, prestare ascolto alle intuizioni, cogliere la vita che ci scorre davanti afferrandola per mezzo dei riflessi della nostra sensibilità. Solo così le nostre azioni avranno un peso. Solo così un talento potrà realizzare sé stesso.