Parità di genere: tra utopia e realtà
9 Maggio 2024 - Suitex
“Roma, ‘No women No panel’: Rai-Campidoglio insieme per la parità di genere”. Questo è solo uno dei più recenti titoli di giornale che escono quotidianamente. La parità di genere è un argomento, oggi più che mai, discusso e trattato a livello globale.
Quando parliamo di parità di genere, parliamo di uguaglianza in termini di diritti, a partire dai ruoli di rappresentanza all’interno delle istituzioni alle modalità d’accesso al lavoro destinate alle donne.
Il divario di genere è il quinto goal dell’Agenda 2030, che prevede il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment di tutte le donne e le ragazze.
Il raggiungimento di tale goal richiede un vero e proprio stravolgimento culturale all’interno della società, una società che, secondo i dati del Global Gender Gap (uno strumento introdotto dal Word Economic Forum mirato alla mappatura reale dell’evoluzione del gender gap e al confronto dei 146 Paesi coinvolti nel report 2023, rispetto a quattro differenti aree: opportunità economiche, istruzione, salute e leadership politica. La percentuale di gender gap, riguardo queste aree, viene misurata attraverso una scala da 0 a 100), fa ancora molta fatica a raggiungere i risultati sperati. Infatti, il risultato della percentuale del gender gap calcolato nel 2023 è del 68,4%, un dato allarmante che dilata vertiginosamente i tempi di raggiungimento della parità di genere.
Fonte IMG: https://jointsdgfund.org/sustainable-development-goals/goal-5-gender-equality
Fonte IMG: https://shetechitaly.org/2023/07/19/global-gender-gap-report-2023-litalia-scende-di-quota/
Rispetto a questa tematica è stata stilata una classifica su 146 Paesi, che vede l’Islanda in pole position, a differenza dell’Italia che si piazza al 79esimo posto: questo è un dato alquanto preoccupante.
L’Italia però è solo uno dei tanti paesi che dimostra la lentezza dell’Unione Europea nel raggiungimento dell’obiettivo. Nonostante i dati poco soddisfacenti, l’Unione Europea si è mossa a riguardo attraverso la presentazione di una strategia per le pari opportunità finalizzata al raggiungimento di risultati consistenti entro il 2025.
Per quanto riguarda il settore del fashion, anche in questo ambito la moda si dimostra uno strumento efficace capace di veicolare un messaggio impattante sulla società.
Gucci è stata la prima azienda del settore luxury ad aver ottenuto la certificazione per la parità di genere prevista dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa Resilienza). È stata l’associazione Bureau Veritas (società leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, verifica di conformità e certificazione, che per il rilascio della certificazione della parità di genere ha tenuto conto di sei aree di intervento: cultura e strategia; governance; processi di HR; opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda; equità retributiva per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro) ad assegnare la certificazione alla casa di moda, a seguito della positiva valutazione riguardo:
- L’istituzione del Global Equity Board, introdotto dall’azienda nel 2019: il board è formato da senior executive di ambiti differenti e da consulenti esterni al fine di incentivare la diversità, l’equità e l’inclusione all’interno dell’azienda;
- L’iniziativa riguardo l’introduzione di politiche globali di congedo parentela;
- I servizi di welfare;
- L’impegno aziendale nell’affrontare il tema del gender gap.
«Il percorso di Gucci per la parità di genere è un impegno continuo che trae origine dal rispetto» sono state queste le parole di Marco Bizzarri, ad oggi ormai ex amministratore delegato di Gucci e da poco presidente del consiglio d’amministrazione di Elisabetta Franchi insieme alla sua nuova holding familiare Nessifashion, riguardo l’impegno aziendale nei confronti del gender gap.
A dicembre 2023 l’associazione Bureau Veritas ha rilasciato la certificazione della parità di genere anche alla maison Valentino, che ha portato risultati significativi nell’ambito della retribuzione, rendendola equa grazie all’adesione alle linee guida Uni/Pdr 125:2022; inoltre si è distinta per aver ridotto a meno del 10% il divario salariale. Questa vittoria ha portato e porterà l’azienda ad una continua e maggiormente convinta attività di miglioramento mirata alla riduzione del gender gap.
Stesso merito è stato attribuito anche al gruppo Tod’s che ha accolto con orgoglio il rilascio della certificazione. «Diversità, equità e inclusione per noi vogliono dire non limitarsi a garantire che le donne possano beneficiare delle nostre iniziative, ma che possano guidarle partecipando attivamente alla gestione aziendale. Da molto tempo abbiamo programmi legati al welfare e al supporto delle famiglie, con l’obiettivo di ottimizzare l’equilibrio tra lavoro e vita privata per i nostri dipendenti.» sono queste le parole pronunciate dall’amministratore delegato di Tod’s riguardo il tema della parità di genere.
Anche l’azienda Marcolin ha ricevuto la certificazione per la parità di genere e le parole di Sabrina Paulon, Marcolin group hr director, sono state: «il nostro è un percorso che parte da lontano, in cui diversità, equità e inclusione sono considerate leve strategiche per lo sviluppo aziendale e la promozione di una cultura equa e rispettosa delle differenze di genere. Siamo determinati a fare la nostra parte e continueremo a lavorare con impegno nel dare ulteriore impulso a questi valori attraverso nuovi progetti».
L’azienda, infatti, vanta una percentuale femminile del 62% sulle posizioni manageriali e dirigenziali.
Original Marines è un altro esempio aziendale che è riuscito a guadagnarsi la certificazione per la parità di genere assegnatagli da Kiwa Cermet Italia, un organismo di certificazione che è riconosciuto e accreditato dal Ministero delle Pari Opportunità.
Grazie all’istituzione del Comitato Guida di Parità di Genere, gestito dalla Chief People Officer Roberta Francavilla, l’azienda ha dimostrato di avere un sistema aziendale proattivo nella risoluzione della problematica legata al gender gap. Un’iniziativa promossa dall’azienda è stata l’introduzione di policy aziendali a tutela della parità di genere e dell’inclusione.
«Siamo particolarmente fieri di aver ottenuto la certificazione di genere e siamo consapevoli che questo risultato non rappresenta un punto d’arrivo, bensì un punto di partenza, un cammino da fare tutti insieme»: sono state queste le parole di Roberta Francavilla dopo l’ottenimento della certificazione.
L’azienda che più di recente ha ottenuto la certificazione è stata Oniverse (ex Calzedonia), gruppo formato da – oltre al marchio omonimo – Intimissimi, Falconeri, Tezenis, Signorvino, Atelier Emé, Antonio Marras, il Cantiere nautico del Pardo, Grand Soleil, Pardo e Van Dutch.
«L’ottenimento della Certificazione rappresenta un passo importante verso il consolidamento di una cultura interna fondata sui valori dell’uguaglianza e inclusività, ma anche un ulteriore punto di partenza per porci sempre nuovi obiettivi»: è con queste parole che Sandro Veronesi, presidente e fondatore di Oniverse, ha commentato il rilascio della certificazione.
La strada da percorrere per raggiungere la parità di genere, a prescindere dal settore di riferimento, è ancora molto lunga; in alcune aree del mondo la disparità è abissale, mentre in altre è più sottile, ma non per questo meno grave, anzi spesso quella che non si vede in maniera così consistente è la più ostica da sradicare.