Fashion NFT: 7 top brand a cui puoi ispirarti

12 December 2022 - Suitex

Dalle vetrine al metaverso: il settore fashion è sbarcato nel web 3.0, e i risultati sono sbalorditivi. Nel febbraio 2021, per esempio, il marketplace RTFKT ha venduto 600 paia di sneakers digitali in meno di 7 minuti, fatturando più di 3 milioni di dollari. A maggio dello stesso anno, su Roblox, una borsa di Gucci è stata venduta a più di 4 mila dollari, un prezzo ben superiore a quello del suo corrispettivo fisico.

A ruota, altri brand del calibro di Louis Vuitton e Dolce & Gabbana hanno declinato nel mondo NFT la propria offerta e i propri capi d’abbigliamento, sfruttando trend come la gamification e il desiderio sempre più forte di personalizzazione. Avatar da vestire, collezioni e sfilate sono solo alcune delle potenzialità che questa dimensione alternativa può offrire.

Perché la moda si rivolge al metaverso? Quali vantaggi può trarne? Scopriamolo insieme.

 

Fashion: perché mintare collezioni NFT

 

Meno costi, (molto) più profitto

Sviluppare una collezione interamente in digitale risparmia ai designer molti grattacapi. Non è più necessario trovare le materie prime, coinvolgere partner o lavoratori competenti e gestire le attività di magazzino: i costi e i tempi di produzione subiscono un taglio netto.

D’altro canto, un capo d’abbigliamento realizzato e venduto in digitale può garantire al suo creatore quasi il 100% di profitto puro. Questo aspetto, unito a quanto detto prima, porta a margini di guadagno ben superiori a quelli riscontrabili nel mercato tradizionale.

Secondary market: i profitti dalla rivendita

Gli NFT si basano su tecnologia blockchain: significa che sono costruiti su smart contract, dei protocolli che determinano proprietà, termini e condizioni dei token.

Lato brand, questo aspetto si traduce nella possibilità di incorporare codici di royalties direttamente nei capi d’abbigliamento venduti: a ogni rivendita del prodotto, il brand otterrà una parte del profitto. Di contro, nel mercato tradizionale (pensiamo al fenomeno sempre più diffuso del second-hand) alla rivendita del prodotto non corrispondono nuovi guadagni per il marchio.

Nessun rischio di sovrapproduzione

Un problema frequente per le aziende della moda – accentuato dalla pandemia – è quello della sovrapproduzione, che porta a magazzini ricolmi e ad avere eccedenze a fine stagione. Le collezioni virtuali non comportano questi rischi, proprio per l’assenza di capi d’abbigliamento fisici. L’utente che acquista il bene può tuttavia avere a sua disposizione tutte le informazioni necessarie a realizzare il prodotto reale.

D’altro canto, le aziende di abbigliamento che optano per un approccio digital-first sono in grado di offrire e incoraggiare nuove modalità di fruizione nel fashion: i clienti possono sperimentare una vasta gamma di capi nel metaverso, e gli ordini sono effettuati in modo tale che i designer si occupino di realizzare i vestiti su commissione, solo una volta ordinati.

Nessun limite alla creatività

In un mondo dove la gravità ci tiene a terra, il metaverso ci permette di sentirci davvero liberi. Priva dei limiti della realtà, anche la moda può sprigionare tutto il suo potenziale creativo: i nuovi capi d’abbigliamento consentiranno di esprimere appieno la propria personalità.

La realizzazione di prodotti nel web 3.0 è quindi una boccata d’ossigeno per il settore fashion. Nuovi materiali sono contemplati dai designer, come oro liquido, fuoco, acqua e fumo. Così, l’impossibile diventa possibile, e i clienti possono acquistare creazioni uniche, non disponibili in versione fisica.

Perché tu vali

Nell’universo dove tutto è possibile, anche il desiderio di personalizzazione, sempre più espresso dai consumatori, viene soddisfatto. Il cliente, infatti, può acquistare capi d’abbigliamento custom-made e gestire il suo avatar a piacimento. Inoltre, a ogni capo è assegnato un numero in serie, che ne rafforza lo status di prodotto unico.

Engagement

L’ingresso nel metaverso ha spinto i brand a sviluppare nuove esperienze di retail. Il settore della moda è oggi in grado di mantenersi aggiornato, di rinnovarsi continuamente e di proporre soluzioni inedite di acquisto. Questo anche sull’onda del successo che l’e-commerce sta sempre più riscuotendo.

Accessibilità

Non è un segreto, né una novità: per un aspirante designer, accedere al mondo della moda è difficile. Nel metaverso, però, la situazione si ribalta: uno degli elementi chiave del web 3.0 è infatti la decentralizzazione. La rete che si costruisce nel virtuale non prevede nodi intermediari, e il controllo è esercitato in modo diffuso.

Questo significa che tanto un top brand quanto un giovane creator hanno le stesse opportunità di lanciare nel mercato i propri prodotti e i propri store.

 

NFT e top brand: 7 player che hanno sconvolto la moda

 

I brand che hanno scelto di approdare al web 3.0 sono tanti, mostrandosi pionieri o seguendo e sfruttando l’esperienza dei competitor. Noi vi presentiamo 7 brand che hanno agito in 7 modi differenti – e chissà, magari dai grandi potrai trarre ispirazione per il tuo business.

 

Gucci: il pioniere italiano

Tra i primi cento marchi nella classifica Best Global Brands 2022 di Interbrand, Gucci è uno dei pionieri che ha spianato alla moda la strada nel metaverso, attraverso una serie di iniziative. Il primo progetto NFT, un film ispirato alla sua collezione Aria e realizzato insieme alla digital artist Lady PheOnix, è stato messo all’asta lo scorso maggio e aggiudicato per 25 mila dollari.

Lo stesso mese, Gucci ha lanciato una collaborazione con la piattaforma di gaming Roblox: Gucci Garden è stata un’esperienza immersiva di due settimane, contestuale al Gucci Garden Archetypes allestito a Firenze per festeggiare il centesimo anniversario della maison. In questo ambiente digitale, gli utenti hanno potuto esplorare stanze a tema, oltre a provare e acquistare prodotti Gucci da indossare all’interno del gioco.

Gucci Garden ha riscosso un successo enorme, al punto che – come accennavamo all’inizio – la versione virtuale della borsa Dionysus è stata venduta a 4115 dollari: un prezzo record, ben superiore a quello della versione reale.

Sono numerose le iniziative successive che Gucci ha messo in campo: per esempio, nel corso della mostra The Next 100 Years of Gucci, realizzata sulla piattaforma Vault, il brand si è raccontato con una collezione di token creata in collaborazione con 29 artisti e SuperRare, a sua volta piattaforma per la compravendita di art NFT.

Unica nota dolente: viene da chiedersi quale sarà il futuro di Gucci nel metaverso, a fronte delle recenti dimissioni dell’ex (ormai storico) direttore artistico Alessandro Michele.

Louis Vuitton: il seguace

Se Gucci sfonda nel web 3.0, che fai: te ne privi? Ovviamente no. Anche Louis Vuitton ha accettato la sfida del metaverso, e per celebrare il suo duecentesimo anniversario ha lanciato un gioco per mobile in collaborazione con Beeple, un gruppo di digital artist.

Louis The Game consente agli utenti sia di scoprire la storia del brand, seguendo il personaggio principale, Vivienne, in sette mondi virtuali (sette capitali della moda), sia di personalizzare il proprio avatar. 30, inizialmente, gli NFT incorporati, 10 dei quali creati da Beeple: i costanti aggiornamenti del gioco e l’aggiunta di altri token hanno portato oltre 2 milioni di giocatori ad arruolarsi.

Nikeland, l’headquarter 3.0 di Nike

Digital-only è la parola chiave di una serie di iniziative messe in campo da Nike nel metaverso. In particolare, attraverso Roblox, il brand ha ricreato il suo headquarter in versione virtuale, Nikeland: tra palazzi, arene e altri spazi i giocatori possono scontrarsi in una vasta gamma di mini-giochi. Nel suo showroom virtuale, Nike mette in vetrina anche alcuni “classiconi”, come le Air Force 1 o le Nike Blazer.

Giusto per dare qualche numero: Nikeland conta oggi più di 20 milioni di visite. Oltre a Nikeland, il marchio ha lanciato una collezione di 20 mila NFT: per un solo paio di scarpe, realizzate insieme all’artista giapponese Takashi Murakami, un collezionista è stato disposto a spendere ben 130 mila dollari.

All’inizio del 2022, Nike Digital si attestava come responsabile di un quarto dei profitti del marchio. Grazie al suo complesso di operazioni digitali, compresa l’acquisizione dello studio di digital design RTFKT, il brand ha ottenuto 185,3 milioni di dollari dalla vendita di NFT.

Dolce & Gabbana, un margine di profitto da urlo

Una passerella virtuale: nel 2021 Dolce & Gabbana ha inebriato di glamour ed eccentrica raffinatezza il metaverso. Con una collezione di nove NFT, ispirata alla sfilata tenutasi a Venezia lo scorso anno per la Collezione Genesi, il brand ha guadagnato ben 6 milioni di dollari, un profitto di gran lunga superiore al prezzo dei capi d’abbigliamento fisici.

Nel 2022, il marchio ha scelto di continuare ad addentrarsi nel web 3.0, spartendo la sua produzione tra NFT e pezzi fisici. In particolare, per gli amanti della moda nel metaverso, Dolce & Gabbana ha lanciato 20 look di token indossabili.

 

 

PRADA e la partnership con Adidas

L’unione fa la forza: l’ha capito PRADA, che per proiettarsi nel web 3.0 ha scelto di collaborare con chi il web 3.0 l’aveva già rodato: nel dicembre 2021, infatti, Adidas ha lanciato una collezione di 30 mila NFT, Into The Metaverse, realizzati insieme al top player Bored Ape Yatch Club.

Adidas for Prada Re-Source ha chiamato a raccolta 3 mila partecipanti selezionati casualmente, tutti professionisti di fashion, crypto e design. Ciascuno ha realizzato un NFT, che il digital artist Zach Lieberman ha poi messo insieme nel metaverso. Venduti all’asta su SuperRare, gran parte dei guadagni sono stati devoluti a Slow Factory, una ONG che si impegna a favore di educazione e iniziative per le comunità locali e i suoi creator.

 

La chiacchierata Balenciaga collabora con Fortnite

Sempre in linea con la tendenza alla gamification, Balenciaga ha stretto un’alleanza con Fortnite, lanciando nel metaverso uno store 3.0. Gli utenti possono visitarlo e comprare prodotti virtuali del brand. È anche predisposta una serie di avatar, dai quali possono scegliere pelle e accessori. I diversi capi d’abbigliamento possono essere impiegati in diverse modalità di gioco.

In aggiunta, il luxury brand ha realizzato un’edizione limitata di prodotti fisici: vestiti e accessori riportano entrambi i loghi di Fortnite e Balenciaga. Dal lancio dei look virtuali, Balenciaga ha quasi raddoppiato il suo volume di ricerca online.

 

Boohoo: largo alle donne

Passando al retailing e al fast fashion, l’inglese Boohoo (noto per l’endorsement di Megan Fox, Kourtney Kardashian e Zendaya) ha messo a terra una piattaforma 3.0 per l’empowerment femminile.

Boohooverse ha l’obiettivo di facilitare l’inserimento nel metaverso delle professioniste della moda e incoraggiarne i progetti futuri. In quest’ottica, il brand ha anche organizzato una competizione tra artiste emergenti della community NFT. Inoltre, per il progetto Boohoo ha collaborato con la designer Amy Kilner e altri professionisti famosi.

Per accedere alla piattaforma, gli utenti hanno a loro disposizione carte free di NFT in 3D, che consentono di partecipare a eventi e drop di collezioni. In più, un cliente su venti riceve gratuitamente consegne premier di prodotti Boohoo per un anno intero.

A questa iniziativa si aggiunge una campagna lanciata nel metaverso, per la quale Boohoo ha scelto di ingaggiare Paris Hilton, già coinvolta durante la Fashion Week ospitata da Roblox.

 

 

 

Dopo il grande successo del Suitex Fashion Meeting dello scorso 11 novembre, trovi il video nella sezione Eventi, abbiamo chiesto ai relatori di Mirai Bay un approfondimento e la disponibilità a rispondere alle vostre domande.

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Forse non organizzi sfilate, non realizzi esibizioni o non collabori con artisti rinomati: forse non lavori nella moda. Da questi esempi, però, emerge con chiarezza un aspetto trasversale a tutti i settori: gli NFT possono aiutarti ad aumentare i profitti in maniera vertiginosa. Per questo sono molti i top player che dal mercato tradizionale hanno scelto di espandere la propria attività nel web 3.0.

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