Lavori in corso nella moda!
30 June 2025 - Dante Vezzaro

L’evoluzione fra Sociologica, Organizzazione e Tecnologica.
Per anni abbiamo ballato su questo scafo chiamato moda.
Era lontano da tutto e sembrava inarrestabile. Non c’era crisi, non c’era pericolo. Era tutto fragole & champagne.
Non vendeva prodotti ma sogni, simboli di ciò che saremmo potuti essere.
In cambio di un po’ di soldi potevamo essere belli, sentirci belli, farci giudicare belli.
A vederlo ora sembra passato un secolo.. ora quel vascello sembra invecchiato. Non è più scintillante e porta i segni del tempo che passa per tutti e per tutto.
Ma come è successo, cioè come diavolo è successo?
Perché piano piano abbiamo perso il nostro superpower: la connessione con la modernità.
Abbiamo dimenticato la modernità ed abbiamo spinto per il cassetto. Abbiamo peccato di avidità ed ora il giocattolo si è rotto.
Tutto perduto? Certo che no, la moda non morirà mai. Però c’è un però.
Per recuperare la connessione occorre cambiare tanto.
Partiamo dalla sociologia. Partiamo da cosa significa la modernità oggi. Le persone non vogliono più brand autorevoli ma altre persone con cui costruire. Vogliono personalizzazione e la vogliono subito.
Vogliono essere ascoltate, essere parte del percorso.
Le parole chiave saranno co-design (nel prodotto) e co-progettazione dell’esperienza (nel retail). Cosa intendo?
Per co-design integrare il cliente (o un cluster) nel processo di sviluppo prodotto con un processo straordinariamente coinvolgente. Il cliente entra nel cuore creativo. Utopia? per nulla, possibile anzi facile. E ricordiamoci che le bottega (e l’haute couture) aveva esattamente quel modello. Quindi solo un back to origins (grazie alla AI ndr).
Per Co-progettazione dell’esperienza che diciamo stop alle customer journey ripetute a memoria ed entriamo nell’era di una definizione dell’esperienza custom. Se il cliente ha tempo, non lo ha, è repeater o no, vuole una sfilata o un digital device, fare da solo o consigliato. Il cliente deve poter creare la sua esperienza.
Arriviamo alla organizzazione.
Identità e partecipazione poi saranno i punto centrali e le organizzazione dovranno essere liquide.
Occorre ritrovare identità, non l’elementare concetto di brand su cui ci siamo seduti. Identità. Un identità che deve includere e confrontarsi, non più raccontare.
Dobbiamo valorizzare le persone che lavorano nelle aziende, e chiedere loro di diventare protagonisti, motori della evoluzione.
I fornitori devono essere integrati per essere più veloci e più di qualità.
Impossibile? No. Più che possibile. Possibile e augurabile.
In ultimo, dovremmo usare la tecnologia posta al servizio di sociologia e organizzazione.
Se impareremo a usare l’Intelligenza Artificiale in questo modo, tutto questo sarà atto e un atto straordinariamente sexy.
Per approfondimenti https://francoangeli.it/Libro/Il-modello-partecipativo-nella-moda?Id=29838
Francesco Aimi francesco@tertiumretail.com